Non riuscire ad addormentarsi o a riposare continuativamente durante la notte, destabilizza la vita quotidiana provocando irritabilità, stanchezza e scarsa concentrazione. Tutti aspetti che incidono negativamente sulla nostra vita e che mettono a rischio prestazioni lavorative, relazioni e salute. Da cosa è causato il disturbo del sonno? Come si può curare l’insonnia?

Le principali cause e i sintomi del disturbo del sonno

Tra i fattori più rilevanti a cui si imputa l’insonnia ci sono l’utilizzo di farmaci con principi attivi che contrastano il riposo
notturno, ansia, stress e depressione, magari dovuti alla perdita del lavoro o alla dipartita di una persona cara, o ancora alla tipologia di impiego (trasferte frequenti all’estero, turni notturni e diurni che cambiano ciclicamente), malattie o gravidanze.

Cause e sintomi del disturbo del sonno.

Ed è per questo che la vita dovrebbe essere un susseguirsi di buone abitudini, senza eccedere e soprattutto prestando attenzione ai segnali che ci manda il nostro corpo. Un campanello il cui suono è troppo spesso inascoltato, ma che è il più importante da sentire.

Per quanto riguarda i sintomi si possono riassumere nella difficoltà ad addormentarsi, nei risvegli notturni senza apparente motivo e in quella fastidiosa sensazione di profonda stanchezza al mattino.

Le conseguenze sono evidenti: dalla poca concentrazione, all’irritabilità sul lavoro e in famiglia, fino alla fame nervosa, spossatezza ed emicrania. Puoi iniziare a prenderti cura della tua salute riducendo il consumo di bevande energizzanti o caffè, ma anche evitando porzioni abbondanti a cena. E se l’insonnia non passa? Ecco, in questo caso hai bisogno del supporto
di un professionista.

Di quale tipologia di insonnia soffri?

Il disturbo del sonno viene classificato prendendo in considerazione due aspetti, ovvero la durata e la regolarità nel manifestarsi dei sintomi. Si parla di insonnia temporanea quando non si superano i tre mesi, cronica invece nel caso in cui avvenga con una frequenza almeno di tre volte a settimana, prolungandosi oltre i tre mesi.

La prima ha un’incidenza sulla popolazione di circa 15/20%, mentre la seconda si mantiene sul 10%. Percentuali non così elevate, ma che sommate denotano un’instabilità del sonno nelle persone piuttosto preoccupante, considerando poi lo stile di vita occidentale, di cui ogni giorno siamo “vittime inconsapevoli”.

L’insonnia può essere poi ulteriormente classificata in primaria, secondaria e da stress. Se la primaria non dipende da alcuna malattia o condizione medica pregressa, a differenza della secondaria, dovuta ad esempio al Parkinson, è nell’insonnia da stress che si può intervenire con maggiore efficacia a livello psicoterapico.

Come curare l’insonnia? I principali trattamenti in essere e l’ipnosi

Da cambiare le proprie abitudini, introducendo veri e propri rituali del benessere, fino a tecniche di rilassamento e meditazioni per pacificare la mente, medicine o trattamenti psicoterapici. Affidarsi o meno a una tipologia di terapia piuttosto che a un’altra dipende dalla gravità del disturbo del sonno.

Una tecnica davvero efficace nel trattamento dell’insonnia è sicuramente l’ipnosi, che non solo contribuisce al rilassamento generale, ma al tempo stesso agisce su emozioni penalizzanti e schemi pregressi, per ripristinare l’equilibrio interiore.Quando il disturbo del sonno è associato a stati di stress, ansia o angoscia, l’ipnosi può davvero fare la differenza e aiutarti a superare l’insonnia, che sia cronica o temporanea.

Interviene sui pensieri che inevitabilmente scaturiscono dalla difficoltà a prendere sonno e su qualsiasi preoccupazione inerente alla qualità del riposo, tensioni fisiche comprese. Curare l’insonnia è possibile e con l’ipnosi diventa tutto ancora più
concreto ed efficace.

Può davvero aiutarti l’ipnosi? Scopri la storia di Marisa

Marisa si presenta molto stanca al mio studio lamentando forti difficoltà ad addormentarsi e a mantenere il sonno. Nel colloquio conoscitivo mi racconta che la ragione di tutto questo per lei è da imputare al lavoro. Ha, infatti, pochi rapporti coi due colleghi che risultano essere freddi e poco empatici.

Le ore che Marisa trascorreva al lavoro erano davvero faticose e in famiglia le cose non andavano affatto meglio, soprattutto nel rapporto con la figlia adolescente.

Durante la regressione Marisa immagina una scena che vede l’apparizione del papà, deceduto pochi anni prima. Probabilmente non aveva elaborato il lutto come pensava di aver fatto. Non era quindi il lavoro la causa delle sue difficoltà a dormire, ma era sulla perdita del padre che l’inconscio riconosceva il problema.

Pochi giorni dopo Marisa mi ha richiamato per dirmi che finalmente riusciva a dormire sonni tranquilli e che, sia in famiglia che sul lavoro, le relazioni stavano migliorando. Il suo buonumore risultava contagioso, problema risolto!

Ci siamo rivisti solo una seconda volta, ma per lavorare su un altro disagio.